Etna: il ritorno in scena della Voragine

AIVULC / Approfondimenti
02
Lug
2024

Etna: il ritorno in scena della Voragine

a cura di Giorgio Costa e Marco Viccaro

Stavolta l’Etna si è fatta attendere più di quanto ci aveva abituati negli scorsi anni, per tornare finalmente in scena dalla metà di giugno con una spettacolare attività eruttiva dalla zona sommitale.

Prima di questo risveglio, l’ultimo rilevante episodio eruttivo è avvenuto la sera del 1 dicembre 2023 (https://www.aivulc.it/dettnews-lepisodio_parossistico_delletna_del_1_dicembre_2023_e_il_suo_bizzarro_preludio/4_445/it/), ed è stato caratterizzato dalla produzione di imponenti fontane di lava, flussi lavici e una colonna eruttiva carica di materiale piroclastico. Successivamente, l’Etna è entrata in una fase di quiete che si è protratta per oltre sei mesi, durante i quali si è osservato soltanto il tipico degassamento prodotto principalmente dalla Bocca Nuova e dal Cratere di Sud-Est.
In particolare, nel periodo compreso tra dicembre 2023 e aprile 2024, la Bocca Nuova è stata sede di occasionali crolli che hanno contribuito ad aumentare il diametro dei crateri a pozzo situati al suo interno e specialmente del pit crater formatosi nella zona orientale della depressione craterica durante l’estate del 2023 (Figura 1).

 

Figura 1. Foto di paragone che mostrano le variazioni morfologiche all’interno della Bocca Nuova tra settembre 2023 ed aprile 2024. In particolare, si nota il notevole ampliamento dei crateri a pozzo situati al suo interno e specialmente di quello orientale (sulla destra). Foto scattate da Giorgio Costa.

Durante la prima settimana di aprile 2024, un nuovo cratere a pozzo si è invece formato sull’orlo nord-orientale del Cratere di Sud-Est, che pur non avendo prodotto attività eruttiva, ha sicuramente fatto parlare di sé grazie alla cospicua quantità (diverse centinaia, se non migliaia) di anelli di gas prodotti pochi giorni dopo la sua formazione (Figura 2).

 

Figura 2: La notevole quantità di anelli di gas prodotti dal piccolo cratere a pozzo nato sull’orlo nord-orientale del Cratere di Sud-Est nei primi giorni di aprile 2024. Foto scattata da Giorgio Costa.

La quiete del vulcano è successivamente continuata fino al 14 giugno, quando in modo praticamente improvviso e quasi inaspettato, si è assistito alla riattivazione del cratere Voragine, che assieme alla Bocca Nuova occupa ciò che una volta rappresentava il “Cratere Centrale” dell’Etna. L’ultima rilevante attività magmatica della Voragine era avvenuta tra settembre 2019 e marzo 2021, portando all’edificazione di due coni di scorie intracraterici che hanno progressivamente colmato la grande depressione che rendeva tale cratere una vera e propria voragine. Successivamente, la Voragine è rimasta completamente silente per i successivi tre anni, presentando soltanto una sporadica attività fumarolica lungo i suoi orli.
La recente riattivazione del cratere è avvenuta in modo pacato, senza tra l’altro essere preceduta da alcun segnale precursore. Modesti getti di gas e materiale incandescente espulso fino a poche decine di metri di altezza, sono stati prodotti nei primi giorni dell’attività da un piccolo sfiato situato all’interno del cono principale già sede dell’attività del 2019-2021: un’attività talmente debole da poter essere ben osservata soltanto a ridosso dell’orlo del craterico (Figura 3).

Figura 3. Attività di spattering prodotta dal piccolo sfiato formatosi nella porzione meridionale del cono della Voragine attivo tra il 2019 ed il 2021, la sera del 14 giugno 2024. Foto scattata e gentilmente fornita dalla guida vulcanologica Vincenzo Greco.

Tale fenomenologia non è stata inizialmente accompagnata da significative variazioni dei parametri sismici registrati della rete di monitoraggio dell’INGV-OE rispetto ai mesi precedenti. Come di consueto accade sull’Etna, questo tipo di attività eruttive sono spesso “costruttive”, ed effettivamente, il materiale emesso dalla debole attività di spattering ha iniziato ad accrescere un piccolo hornito, le cui dimensioni hanno cominciato ad aumentare nel corso dei giorni successivi, contestualmente anche con un incremento molto graduale nell’intensità delle esplosioni.
Circa una settimana dopo il suo inizio si è osservata una transizione nello stile eruttivo, che da spattering è passato ad attività puramente stromboliana. Inoltre, anche la frequenza di accadimento delle esplosioni ha cominciato a variare, con una progressiva diminuzione degli intervalli di tregua tra una sequenza esplosiva e quella successiva. Contestualmente, anche l’ampiezza del tremore vulcanico registrato dall’INGV-OE ha iniziato lentamente ad aumentare, confermando questo complessivo trend d’incremento dell’attività vulcanica.
A partire dal 27 giugno abbiamo svolto alcuni sopralluoghi in area sommitale che ci hanno permesso di osservare direttamente l’evoluzione dell’attività. Nell’arco di pochi giorni si è assistito ad una cospicua crescita di un cono “matrioska”, che ha praticamente colmato quello precedentemente attivo nel periodo 2019-2021, superandolo in altezza (Figura 4).

Figura 4. La notevole crescita del cono di scorie all’interno della Voragine, che in soli tre giorni ha completamente riempito il cono del 2019/2021 superandolo in altezza di circa 15-20 metri. Foto scattate da Giorgio Costa.

Anche l’attività stromboliana è ulteriormente aumentata in intensità e frequenza: se il 27 giugno le esplosioni venivano ancora separate da intervalli di quiete di diverse decine di secondi, nei giorni seguenti l’attività è divenuta praticamente continua ed è stata prodotta da due distinte bocche situate sulla sommità del nuovo cono di scorie (Figura 5).
Nella notte tra il 28 e il 29 giugno, è giunta un’altra novità: una piccola bocca effusiva si è aperta sul ripido fianco orientale del cono di scorie, producendo una colata poco alimentata che gradualmente ha iniziato ad avanzare verso il pozzo orientale della Bocca Nuova, gettandosi al suo interno e causando anche occasionali crolli (Figura 6).

Figura 5. Vivace attività stromboliana alla Voragine rispettivamente la sera del 27 giugno (a sinistra) e 29 giugno (a destra), dove si nota inoltre la presenza di due distinte bocche eruttive. Foto scattate da Giorgio Costa. 


Figura 6.
A sinistra, la bocca effusiva apertasi sul fianco orientale del nuovo cono di scorie della Voragine, con la piccola colata di lava poco alimentata che avanza di poche centinaia di metri verso la Bocca Nuova. A destra, un crollo avvenuto all’interno della Bocca Nuova intorno alle 20:21 del 29 giugno. Foto scattate da Giorgio Costa.

La sera del 30 giugno, uno scenario da sogno si presenta davanti agli occhi di decine di fortunati spettatori. Una vera e propria cascata di lava sembra riversarsi nelle viscere della Terra, iniziando a colmare il grande pozzo orientale della Bocca Nuova che si è formato solo un paio di mesi fa (Figura 7). Sembra già destinato ad essere colmato nuovamente.
Negli ultimi giorni esplosioni energetiche hanno lanciato il materiale incandescente fino a 100-200 m di altezza, iniziando ad essere ben visibili anche dalle pendici del vulcano. Sembra quasi di rivivere alcuni dei momenti che la stessa Voragine ci aveva regalato tra il 2019 e il 2021.
Nella mattina del 1° luglio una seconda bocca effusiva si è aperta invece sul fianco nord-occidentale del cono di scorie producendo un’altra modesta colata che, dopo aver ricoperto parte del pianoro situato alla base del cratere, ha iniziato a dirigersi verso il pozzo occidentale della Bocca Nuova (Figura 8).

Figura 7. La spettacolare cascata di lava che dalla Voragine si riversa all’interno del pozzo orientale della Bocca Nuova, iniziando gradualmente a colmarlo. Foto scattata la sera del 30 giugno da Giorgio Costa.

Figura 8. Produzione di una seconda colata di lava da una bocca effusiva apertasi sul fianco nord-occidentale della Voragine, diretta lentamente verso il pozzo occidentale della Bocca Nuova. Foto scattata la sera del 1° luglio e gentilmente fornita da Maria Catania (INGV-OE).

Pronostici per il futuro? Come sempre, con l’Etna è impossibile poter fare previsioni. Seppur questa attività davvero spettacolare possa prolungarsi ancora una volta anche per settimane o mesi (come già avvenuto in passato), è bene ricordare che la Voragine è anche capace di produrre manifestazioni ben più violente. Tra queste, vanno menzionati gli episodi parossistici del 22 luglio 1998, 4 settembre 1999, la sequenza di fontane di lava avvenute tra il 3 ed il 5 dicembre 2015 (quando i getti incandescenti hanno abbondantemente superato anche i 2000 metri di altezza oltre la cima del vulcano) e, in minor misura, quelli del maggio 2016. Non è quindi da escludere una possibile evoluzione, anche repentina, dell’attività eruttiva verso fenomenologie più energetiche a carattere parossistico.
Nel frattempo però, questa attività diventa col passare dei giorni sempre più maestosa e spettacolare e sta regalando momenti di stupore e meraviglia a numerosi turisti e appassionati.