L’eruzione 2023-2025 a Svartsengi, Islanda: Cronaca, dati e gestione del rischio

AIVULC / Approfondimenti
09
Mag
2025

L’eruzione 2023-2025 a Svartsengi, Islanda: Cronaca, dati e gestione del rischio

a cura di Marco Di Marco


Fig.1 - L’aurora boreale danza sul teatro eruttivo a Sundhnúksgígar la notte tra il 15 e il 16 Aprile 2024 (foto: Marco Di Marco).

L'importanza delle attività eruttive in Islanda che nell'ultimo anno e mezzo hanno scosso la regione di Svartsengi e la vicinanza dell'abitato e della comunità di Grindavík, così come della centrale geotermica di Svartsengi e della Blue Lagoon, hanno tenuto e stanno ancora tenendo alta l'attenzione mediatica a livello internazionale.

La sequenza, iniziata  nel novembre 2023 nell’area di Sundhnúksgígar, sulla penisola di Reykjanes, comprende infatti dieci distinti episodi vulcano-tettonici avvenuti tra novembre 2023 e aprile 2025. Questi eventi si sono susseguiti a intervalli di poche settimane o mesi, mostrando fenomenologie in gran parte simili: eruzioni fissurali anticipate dallo sviluppo rapido di dicchi estesi lateralmente per diversi chilometri. 
Gli eventi sono prodotti dal sistema vulcanico di Svartsengi, nell’area di Grindavík, e sono alimentati da una stessa sorgente magmatica superficiale, il cui tetto si trova a circa 4-5 km di profondità.
Nel complesso, la cronologia di questa sequenza è stata sorprendentemente concentrata e ripetitiva. Nell’arco di soli quindici mesi, otto eruzioni hanno aperto nuove fessure eruttive nell’area di Sundhnúksgígar, creando progressivamente un esteso campo di lava il cui volume è stimato in circa 216 milioni di metri cubi. Pur nella loro similarità, ogni episodio ha avuto una sua evoluzione specifica: la durata delle singole eruzioni, ad esempio, è variata da poche ore (nel caso dell’evento del 1° aprile 2025) fino a quasi due mesi (nel caso dell’eruzione di marzo - maggio 2024, la più lunga della serie). In generale le prime eruzioni della sequenza (dicembre 2023 e i primi mesi del 2024) sono state relativamente brevi, mentre da metà del 2024 si sono verificati episodi più sostenuti e voluminosi. L’episodio finale del 1° aprile 2025, al contrario, si è rivelato il più breve e meno intenso, esaurendosi in poche ore senza espandere significativamente il campo lavico esistente, seppur producendo il dicco più importante dell’intera sequenza, stimato a circa 20 km di lunghezza. 


Fig.2 - Dicchi ed eruzioni nell'area di Sundhnúkur nel 2023-2024 (l’evento di Aprile 2025 non è qui rappresentato). Il pannello superiore mostra tutti i dicchi e le colate laviche, colorati in modo diverso nel tempo (i dicchi e il campo lavico corrispondente sono dello stesso colore). Le colate laviche di Fagradalsfjall del 2021-2023 sono mostrate in grigio. I pannelli datati mostrano l'evoluzione temporale delle varie intrusioni dopo l’evento del 10 novembre 2023. La stella rossa indica il centro di deflazione presunto all'interno del dominio magmatico per ciascuno di questi periodi. Il pannello con l'eruzione dal 16 marzo all'8 maggio 2024 include due dicchi, il primo dei quali si è formato il 2 marzo 2024 (linea tratteggiata gialla) che però non ha provocato un’eruzione. La stella gialla indica il centro di deflazione relativo a tale intrusione di dicchi. Da: M. Parks et. al., 2023–2024 inflation-deflation cycles at Svartsengi and repeated dike injections and eruptions at the Sundhnúkur crater row, Reykjanes Peninsula, Iceland.

In generale la sequenza di ogni singolo evento eruttivo ha mostrato le seguenti caratteristiche: 
- Formazione del dicco e rapido trasferimento di magma dal serbatoio superficiale (sill) di Svartsengi verso Sundhnúksgígar. Fase di durata variabile tra una e cinque ore, accompagnata da un improvviso aumento della sismicità, segnali di deformazione nell’area interessata, variazione di pressione registrata nei pozzi della centrale geotermica di Svartsengi e perturbazione del segnale trasmesso dalla fibra ottica.
- Inizio dell’eruzione con la rapida formazione di una fessura eruttiva di lunghezza compresa tra 1,2 km e 6 km e alti tassi di emissione (con picco variabile da poche centinaia ad un massimo circa 2000 metri cubi di lava al secondo). Questa fase generalmente dura tra le 3 e le 6 ore.
In concomitanza, una rapida fase di deflazione dell’area di Svartsengi corrispondente alla posizione del serbatoio magmatico superficiale.
- Rapido decremento del tasso di emissione.
- Una fase di attività eruttiva contenuta, con tassi di emissione di poche decine di metri cubi di lava al secondo. Questa fase è di durata molto variabile, da un minimo di poche ore ad un massimo di quasi due mesi.
- Fine dell’eruzione e ripresa del segnale di inflazione dell’area di Svartsengi corrispondente alla posizione del serbatoio magmatico superficiale.

Fig.3 - Schema che rappresenta in maniera semplificata la posizione del reservoir superficiale e della direzione di formazione dei dicchi a Svartsengi (grafica: Marco Di Marco).

18-21 Dicembre 2023

La prima eruzione della sequenza inizia alle 22:17 del 18 Dicembre 2023, con l’apertura di una fessura eruttiva lunga circa 4 km. Lo sciame che la precede dura poco più di un'ora. Il tasso di emissione è stimato intorno a 400 metri cubi di lava al secondo. La lava si muove principalmente verso est, in un’area lontana dalle infrastrutture.


Fig.4 - Le prime fasi dell’eruzione del 18 Dicembre 2023 con fontane di lava allineate lungo la fessura eruttiva (foto: Marco Di Marco).

Durante la notte l’emissione diminuisce considerevolmente e il giorno successivo restano attivi solo tre segmenti della fessura eruttiva. L’eruzione finisce il 21 Dicembre dopo aver emesso circa 11 milioni di metri cubi di lava.


Fig.5 - Uno dei tre segmenti attivi della fessura eruttiva il pomeriggio del 19 Dicembre 2023 (foto: Marco Di Marco).

Non vengono registrati danni.
Nei giorni successivi, al seguito del completamento dei lavori di costruzione delle barriere di protezione intorno alla centrale geotermica di Svartsengi, le autorità decidono di iniziare la costruzione di barriere anche a nord di Grindavik.

A gennaio le autorità islandesi decidono di avviare lavori di emergenza a Grindavik per colmare le fratture prodotte dalla messa in posto del dicco e alla formazione del graben di Novembre 2023, nel tentativo di stabilizzare il suolo e proteggere gli edifici a rischio.
La mattina del 10 gennaio 2024, intorno alle 10:15, un operaio che stava eseguendo i lavori di riempimento nel cortile di una casa a Grindavík, nel quartiere di Vesturhóp, scompare improvvisamente. Si capisce immediatamente che il terreno avesse ceduto improvvisamente, facendo collassare il materiale di riempimento appena posato e aprendo di colpo una voragine nella quale l’uomo è precipitato. 
L’uomo disperso è Lúðvík Pétursson, 50 anni, padre di 4 figli ed operaio edile esperto. 
Al momento dell’incidente stava lavorando per conto della società di ingegneria Efla, incaricata da Náttúruhamfaratrygging Íslands (NTÍ), l’ente assicurativo statale per le catastrofi naturali. Lúðvík operava con una squadra ridotta e, al momento del fatto, era di fatto solo sul luogo (il collega non era accanto a lui quando è avvenuto il cedimento). Questo intervento rientra tra i primi lavori di riparazione avviati in città dopo la crisi sismica. Tuttavia in seguito si è appreso che non era stato eseguito uno studio geologico o un formale piano di sicurezza per operare su quell’area ancora instabile.
Scattato l’allarme alle 10:18, si mobilita una vasta operazione di soccorso con membri delle squadre di ricerca e soccorso (ICE-SAR), vigili del fuoco locali e polizia (compresa l’unità speciale della polizia nazionale). Le condizioni all’interno della spaccatura si rivelano da subito estremamente complesse. Si teme infatti il distacco di rocce e nuovi crolli e già durante il primo giorno, i geologi sul posto esprimono scetticismo sulla stabilità, avvertendo del rischio di improvvisi collassi della parete della cavità. La profondità della frattura, circa 40 metri, il fatto che il crepaccio raggiunga la falda acquifera sottostante e il timore di una nuova imminente eruzione rendono complicate le operazioni in corda. Dopo circa due giorni di sforzi senza esito le autorità prendono la difficile decisione di sospendere le ricerche per motivi di sicurezza. L’operazione, iniziata nella tarda mattina di mercoledì 10 gennaio, viene ufficialmente interrotta la sera del 12 gennaio 2024. 

14-15 Gennaio 2024

I primi segnali che annunciano la formazione di un nuovo dicco e una nuova migrazione di magma dal reservoir superficiale verso Sundhnúksgígar vengono registrati alle 02:55 del 14 Gennaio 2024. Lo sciame stavolta è più lungo e col passare delle ore gli epicentri si spostano verso sud, in direzione del centro abitato. 
La seconda eruzione della sequenza inizia alle 07:57. La fessura eruttiva si apre in prossimità di Hagafell, ed è lunga circa 1 km. Gran parte di essa si apre a nord delle barriere di protezione che si rivelano immediatamente efficaci nel deviare il flusso lavico. 


Fig.6 - Vista del teatro eruttivo la mattina del 15 Gennaio 2024. In primo piano l’unica bocca ancora attiva, al centro della foto la barriera che ha deviato la porzione più importante della colata lavica, sullo sfondo il paese di Grindavík (foto: Marco Di Marco).

Poco dopo però, la fessura si estende ed un piccolo segmento attraversa le barriere. Si teme per Grindavík. Rispetto all’eruzione precedente il tasso di emissione è più basso e viene stimato intorno a 150 metri cubi di lava al secondo.
Intorno alle 12:00 una nuova, piccola fessura eruttiva si apre circa 200 metri a nord delle abitazioni del quartiere Efrahóp a Grindavík e circa 550 metri a sud delle protezioni. Il volume di lava emessa da queste bocche è contenuto, ma sufficiente da raggiungere gli edifici in circa un’ora. Tre di questi verranno distrutti prima che il flusso lavico si fermi nelle ore successive.


Fig.7, 8 - A sinistra la posizione della piccola colata lavica che ha distrutto le tre abitazioni a Grindavík. A destra dettaglio dei danni con le macerie di due dei tre edifici. Il terzo è completamente sepolto dalla lava. (foto: Marco Di Marco).

L’eruzione termina il giorno seguente dopo aver emesso circa 3 milioni di metri cubi di lava.
La messa in posto del dicco inoltre causa la formazione di un nuovo graben nel settore orientale di Grindavík, risparmiato dalla fratturazione di Novembre 2023.


Fig.9 - I danni provocati dall’apertura del nuovo graben di Gennaio 2024 a Grindavík sul manto stradale nella porzione nordorientale dell’abitato (foto: Marco Di Marco).


Fig.10, 11 - I danni provocati dall’apertura del nuovo graben di Gennaio 2024 a Grindavík in zona porto (foto: Marco Di Marco).

A seguito dell’eruzione si decide di potenziare il sistema di barriere intorno al paese in modo da proteggere anche i settori occidentale ed orientale dello stesso.
Il sistema gps dell’area di Svartsengi ricomincia a registrare il segnale di inflation, con un tasso di circa 8 mm al giorno.


08 Febbraio 2024

Alle 05:07 dell’8 Febbraio un nuovo sciame sismico accompagna la formazione di un nuovo dicco verso la superficie. L’eruzione comincia meno di un’ora dopo nella stessa area coinvolta dall’eruzione di dicembre 2023 con l’apertura di una fessura eruttiva lunga circa 3 km.


Fig.12 - Vista dell’area di Svartsengi durante il terzo episodio eruttivo della sequenza l’8 Febbraio 2024. In primo piano la strada che conduce alla Blue Lagoon (foto: Marco Di Marco).

Il tasso di emissione viene stimato in circa 500-600 metri cubi di lava al secondo.
Un braccio della colata lavica si muove velocemente verso ovest e alle 10:20 taglia Grindavíkurvegur, la strada che da nord conduce a Grindavik, all’altezza dell’incrocio che conduce alla Blue Lagoon.


Fig.13, 14 - A sinistra il momento in cui la lava invade Grindavíkurvegur. A destra dettaglio del fronte lavico in avanzamento sulla strada che conduce alla Blue Lagoon (foto: Marco Di Marco).

La lava invade la strada per il famoso resort e alle 11:55, dopo aver percorso quasi 5 km dal punto di emissione, raggiunge e distrugge parte della tubatura dell’acqua calda che viene prodotta dalla centrale geotermica di Svartsengi. La quasi totalità della popolazione della penisola di Reykjanes (circa 30,000 persone) si ritrova senza acqua calda e riscaldamento.


Fig.15, 16 - A sinistra il momento in cui la lava inizia a distruggere la tubatura dell’acqua calda a Svartsengi. A destra dettaglio delle operazioni di riparazione il giorno successivo, 9 febbraio (foto: Marco Di Marco).

L’eruzione termina circa 24 ore dopo il suo inizio, dopo aver emesso circa 12 milioni di metri cubi di lava.
Il 12 Febbraio, 4 giorni dopo la fine dell’eruzione, Grindavíkurvegur viene riaperta e viene completata la riparazione dei 600 metri di tubatura distrutti dalla lava.


Fig.17 - Katrín Jakobsdóttir, Prima Ministra Islandese a Febbraio 2024, si appresta a tagliare il nastro per inaugurare il nuovo tratto stradale riparato il 12 Febbraio, quattro giorni dopo la fine dell’eruzione. (foto: Marco Di Marco).

16 Marzo – 08 Maggio 2024

Il 03 Marzo alle 14:37 un nuovo sciame sismico accompagna la formazione di un nuovo dicco, posizionato nella porzione meridionale della fessura di dicembre 2023.
Lo sciame diminuisce progressivamente nelle ore successive e il dicco non raggiunge la superficie. Il volume di magma coinvolto in questo breve evento intrusivo viene stimato in circa 2 milioni di metri cubi.

Alle 19:29 del 16 Marzo i segnali rivelano la formazione di un nuovo dicco. Contrariamente a pochi giorni prima, questo raggiungerà la superficie alle 20:23 dando inizio alla quarta eruzione della sequenza, con una fessura eruttiva lunga circa 3 km. Nelle fasi iniziali il tasso di emissione viene stimato in circa 1100 metri cubi di lava al secondo.
Dopo la mezzanotte uno dei flussi lavici interrompe Grindavíkurvegur nello stesso punto di Febbraio, sovrapponendosi alla colata del mese precedente. 


Fig.18 - La colata di lava che ha interrotto nuovamente Grindavíkurvegur vista il 17 Marzo. (foto: Marco Di Marco).

Come negli eventi già avvenuti, dopo circa 6 ore l’attività mostrerà una decisa diminuzione, ma contrariamente a quanto successo nelle tre eruzioni che l’hanno preceduta, questa non si esaurirà nei giorni successivi.
L’attività a partire dal 17 di Marzo si mostra abbastanza stabile, con un tasso di emissione di circa 14 metri cubi di lava al secondo durante la prima settimana.


Fig.19, 20 - A sinistra Grindavík e l’eruzione sullo sfondo la sera del 18 Marzo. A destra vista sul teatro eruttivo la sera del 20 Marzo. (foto: Marco Di Marco).

Il sistema gps dell’IMO (Icelandic Met Office) e dell’università d’Islanda (Haskoli islands) non registra sostanziali variazioni, segno che la quantità di magma che alimenta le bocche attive è comparabile al volume che entra nel reservoir superficiale al di sotto dell’area di Svartsengi.


Fig.21 - Le tre bocche attive il 27 marzo. Sullo sfondo il paese di Grindavík. (foto: Marco Di Marco).

Col passare dei giorni l’attività si concentra in un unico cratere, posto 3 km a nordest di Grindavík. Il tasso di emissione diminuisce progressivamente e allo stesso tempo, gradualmente, riprende l’inflazione dell’area di Svartsengi. Il campo lavico si sviluppa solo in prossimità della bocca attiva, estendendosi principalmente con la formazione di piccole bocche effimere.
L’eruzione termina il 09 Maggio dopo aver emesso circa 35 milioni di metri cubi di lava.


Fig.22 - Bocche effimere ai bordi del campo lavico alcune centinaia di metri a sud del cratere attivo (sullo sfondo) la sera del 12 Aprile (foto: Marco Di Marco).

29 Maggio – 22 Giugno 2024

Il 29 Maggio alle 10:42 vengono registrati nuovamente tutti i segnali che rivelano la formazione di un nuovo dicco. Alle 12:46 si apre la fessura eruttiva che nel giro di poche decine di minuti si estenderà per circa 3,5 km.


Fig.23 - Fontane di lava lungo la fessura eruttiva circa 20 minuti dopo l’inizio dell’eruzione il 29 Maggio (foto: Marco Di Marco).

Il tasso di emissione viene stimato tra 1500 e 2000 metri cubi di lava al secondo.
Nel pomeriggio la lava raggiunge ancora una volta Grindavíkurvegur circa 2 km più a sud rispetto al punto già attraversato durante le precedenti due eruzioni.


Fig.24 - Vista della fessura eruttiva e del plume di gas all’inizio dell’eruzione del 29 Maggio (foto: Marco Di Marco).

La lava allo stesso tempo verrà efficacemente deviata dalle barriere che ora circondano tutto il paese. Grindavík non subisce danni, se non al sistema stradale esterno al centro abitato.


Fig.25 - La barriera di protezione a ovest di Grindavík (sulla destra) il 30 Maggio. Sulla sinistra la colata del giorno precedente deviata dalla barriera stessa (foto: Marco Di Marco).

Poco prima delle 16:00 il dicco viene a contatto con acqua di falda in prossimità di Hagafell, producendo esplosioni freatomagmatiche. La quantità di cenere prodotta è comunque limitata e non causerà alcun disagio.


Fig.26 - Attività freatomagmatica dalla fessura eruttiva il 29 maggio. In primo piano sulla sinistra fontane di lava, a destra Sýlingarfell (foto: Marco Di Marco).

Nel tardo pomeriggio l’eruzione diminuisce rapidamente d’intensità e l’attività si distribuisce lungo diversi piccoli segmenti della fessura eruttiva.


Fig.27, 28 - Vista sulla fessura eruttiva il 29 Maggio. A sinistra attività ancora presente lungo quasi tutta la lunghezza della fessura, a destra i segmenti ancora attivi in serata. (foto: Marco Di Marco).

Durante la prima settimana di eruzione viene registrato un continuo segnale di deflazione dell’area di Svartsengi, segno che la quantità di magma che viene trasferita dal reservoir superficiale fino alle bocche eccede quella che si immette nella camera magmatica stessa.
Questo trend si inverte nei giorni successivi, quando il tasso di emissione diminuisce ulteriormente e l’attività si concentra in un unico cratere, lo stesso dell’eruzione di Marzo-Maggio 2024.
Il 7 Giugno la colata di lava attiva, che formava un piccolo lago di lava a nord ovest del cratere, comincia a fluire verso Grindavíkurvegur, attraversandola alle 10:30 dell’8 Giugno, nello stesso punto danneggiato a Febbraio e Marzo.


Fig.29 - La colata di lava che ha interrotto nuovamente Grindavíkurvegur l’8 Giugno. (foto: Marco Di Marco).

Nei giorni seguenti il campo lavico nella stessa zona si ispessisce e tra il 20 e il 21 Giugno piccoli trabocchi di lava verranno osservati lungo le barriere di protezione in prossimità della centrale geotermica. Le autorità utilizzeranno getti d’acqua per raffreddare la lava, come già fatto in Islanda durante l’eruzione di Eldfell a Heimaey nel 1973.
La lava comunque non arriverà a minacciare l’infrastruttura.
L’eruzione termina il 22 Giugno, dopo aver emesso 45 milioni di metri cubi di lava.

22 Agosto – 09 Settembre 2024

Alle 20:48 del 22 Agosto un nuovo sciame sismico accompagna la formazione di un nuovo dicco verso la superficie. L’eruzione comincia alle 21:26 nella stessa area coinvolta dall’eruzione di dicembre 2023, Febbraio 2024 e Marzo 2024 con l’apertura di una fessura eruttiva lunga circa 4 km.


Fig.30, 31 - A sinistra, visitatori e turisti osservano la nuova fessura eruttiva la sera del 22 Agosto da Reykjanesbraut. A destra, dettaglio delle fontane di lava. (foto: Marco Di Marco).

Il tasso di emissione viene stimato a circa 2500 metri cubi di lava al secondo. È l’eruzione più imponente della sequenza.
Nella porzione centrale della fessura eruttiva le fontane di lava raggiungono un’altezza di 80-100 metri per oltre un chilometro di lunghezza. La sismicità continua lungo la porzione settentrionale del dicco per diverse ore.
Intorno alle 02:00 la fessura eruttiva si estende verso nord est per altri 2km circa.
In concomitanza con l’apertura di questo nuovo segmento, l’attività diminuisce rapidamente lungo la fessura eruttiva aperta all’inizio dell’eruzione.
Nei giorni successivi l’attività si concentra in due bocche poste nella porzione centrale del segmento apertosi alle 02:00 del 23 Agosto. La bocca sudoccidentale produce spettacolari fontane di lava alte in alcuni frangenti 150-200 metri.
L’attività è facilmente visibile da Reykjanesbraut, la strada che congiunge Reykjavík con l'aeroporto internazionale di Keflavík, e attira numerosi visitatori.


Fig.32 - Visitatori e turisti osservano le bocche attive a distanza la sera del 29 Agosto dai campi lavici nei pressi di Reykjanesbraut (foto: Marco Di Marco).

La colata prodotta da queste bocche si estenderà principalmente verso nord, con i fronti più avanzati che si fermeranno a circa 3,5 km da Reykjanesbraut.
L’eruzione terminerà il 6 Settembre senza causare danni, dopo aver prodotto più di 60 milioni di metri cubi di lava.


20 Novembre – 08 Dicembre 2024

La settima eruzione della sequenza inizia alle 23:14 del 20 Novembre 2024, con l’apertura di una fessura eruttiva lunga circa 3 km nella stessa area coinvolta a dicembre 2023, Febbraio 2024, Marzo 2024 e nelle fasi iniziali dell’eruzione di Agosto 2024. Lo sciame che la precede inizia alle 22:30.
Il tasso di emissione è stimato intorno a 1300 metri cubi di lava al secondo.


Fig.33 - Le fasi iniziali dell’eruzione del 20 Novembre 2024 (foto: Marco Di Marco).

Alle 04:30 la colata raggiunge e taglia ancora una volta Grindavíkurvegur, nello stesso punto danneggiato a Febbraio, Marzo e Giugno.
Il fronte lavico avanza progressivamente verso ovest e raggiunge il parcheggio della Blue Lagoon alle 12:00. Alle 13:00 il parcheggio è già completamente sepolto dalla lava.
In serata l’attività è in decisa diminuzione e i fronti più avanzati rallentano. 

Fig.34 - Vista dell’area di Svartsengi il 21 Novembre. Sulla destra la centrale geotermica e la Blue Lagoon. Il parcheggio è già completamente sepolto dalla lava. Al centro dell’immagine la barriera di protezione. (foto: Marco Di Marco).

Tra il 23 e il 26 Novembre l’attività si concentra principalmente lungo la porzione centrale della fessura eruttiva, alimentando un flusso lavico verso ovest. I fronti più avanzati comunque non procedono ulteriormente.
Dal 26 Novembre rimane attivo un solo cratere ad est di Stóra-Skógfell che produce una piccola colata lavica diretta verso est.
Il tasso emissione continuerà a diminuire progressivamente e l’eruzione si esaurirà l’8 Dicembre, dopo aver prodotto 49 milioni di metri cubi di lava.

01 Aprile 2025

L'ottava eruzione della sequenza inizia alle 09:44 del 1° aprile 2025, con l'apertura di una fessura eruttiva poco a nord della barriera protettiva di Grindavík, nella stessa area coinvolta a gennaio 2024. 


Fig.35 - Fontane di lava viste dal limite settentrionale dell’abitato di Grindavík il 1° Aprile 2025. Al centro della foto la vecchia serra all’ingresso del paese danneggiata dallo sciame del Novembre 2023, Alle sue spalle la barriera di protezione a nord della cittadina. (foto: Marco Di Marco).

Lo sciame sismico che la precede ha inizio alle 06:30, accompagnato come negli eventi precedenti da una rapida deformazione del suolo e da variazioni di pressione nei pozzi geotermici. Nonostante la sismicità riveli una rapida evoluzione laterale del dicco, la fessura eruttiva è di dimensioni contenute: alle 10:00 misura circa 0,5 km, raggiungendo la barriera nord del villaggio; alle 10:30 arriva a 0,7 km e poco dopo mezzogiorno supera 1,2 km. 


Fig.36 - La fessura eruttiva a nord di Grindavík il 1° Aprile. (foto: Marco Di Marco).

Un secondo piccolo segmento si apre tra la barriera e l'abitato, facendo temere una ripetizione degli eventi di gennaio 2024. Fortunatamente l’attività inizia a diminuire rapidamente poco dopo e l'eruzione si esaurisce intorno alle 16:45, dopo circa sei ore di attività, coprendo un'area di appena 0,23 km². 
Nel frattempo, l'intrusione magmatica continua a propagarsi in profondità, generando un'intensa attività sismica nella sua porzione settentrionale. La propagazione del dicco continua verso nord-est fino al giorno successivo, senza che però il magma raggiunga la superficie. 


Fig.37, 38 - A sinistra l’eruzione del 1° Aprile vista da Grindavík. A destra la fessura eruttiva ormai inattiva il pomeriggio dello stesso giorno con in primo piano fratture secche degassanti (foto: Marco Di Marco).

Questa intrusione, la più estesa dal novembre 2023, si è sviluppata per circa 20 km, con il suo termine settentrionale situato circa 4 km a sud di Reykjanesbraut. Il volume di magma coinvolto è stimato in circa 30 milioni di metri cubi, ma solo 400 mila metri cubi hanno raggiunto la superficie durante la fase eruttiva. La tensione prodotta dalla propagazione del dicco ha attivato diverse strutture sismogenetiche della penisola, con terremoti fino a magnitudo M5.3 nella parte sud-occidentale della penisola di Reykjanes (Reykjanestá) e fino a magnitudo M3.9 vicino a Trölladyngja. Lo sciame legato direttamente alla fratturazione legata alla messa in posto del dicco conterà all’incirca 2400 terremoti. Nei giorni successivi, le stazioni GPS rilevano una nuova fase di inflation sotto Svartsengi, indicando la ripresa dell'afflusso magmatico nel serbatoio magmatico superficiale.


Fig.39 - Gli epicentri dello sciame che ha accompagnato la formazione del dicco lungo 20km ad inizio Aprile 2025. La mappa copre una finestra temporale dal 1° Aprile al 7 Maggio 2025. (fonte: Veðurstofa Íslands).

Conclusioni

In sintesi, la sequenza eruttiva di Sundhnúksgígar tra il 2023 e il 2025 rappresenta un caso senza precedenti recenti per rapidità di ricorrenza degli eventi. Otto eruzioni nell’arco di un anno e mezzo hanno messo in luce dinamiche vulcaniche complesse ma ricorrenti, offrendo alla comunità scientifica l’opportunità di studiare da vicino il comportamento del sistema magmatico di Svartsengi. 
Questa eccezionale serie di eventi ha avuto importanti ricadute sul territorio, mettendo in evidenza i rischi per la popolazione e le infrastrutture di Grindavík. 
Inoltre, le infrastrutture vitali della penisola di Reykjanes hanno dovuto fronteggiare interruzioni e danni, si pensi all’eruzione dell’8 febbraio 2024 durante la quale la condotta dell’acqua calda proveniente dalla centrale geotermica di Svartsengi è stata danneggiata, lasciando senza riscaldamento per alcuni giorni i circa 30,000 abitanti dell’intera penisola nel periodo più freddo dell’anno. A maggio 2024, le colate hanno interrotto tratti della viabilità e danneggiato le linee elettriche locali. Anche la Blue Lagoon, sito turistico di fama internazionale, è stata minacciata: durante l’eruzione del novembre 2024, la lava ha rapidamente invaso il parcheggio del complesso e messo alla prova le barriere protettive erette in precedenza. 

L’esperienza maturata durante questa sequenza vulcanica ha evidenziato l’importanza cruciale di una gestione efficace del rischio. Le autorità islandesi, attraverso l’IMO, Háskóli Íslands (Università d’Islanda), la Protezione Civile e la polizia, operano un monitoraggio continuo dell’area e non hanno esitato a prendere decisioni cruciali, prima fra tutte l’evacuazione Grindavík già durante la prima crisi sismica di Novembre 2023. Questa cittadina di circa 3.800 abitanti è rimasta in gran parte disabitata per tutta la prima parte della sequenza, evitando di esporre la popolazione a pericoli diretti. Contestualmente, sono state attuate misure di emergenza mirate: la chiusura temporanea di siti sensibili, come la Blue Lagoon e la centrale di Svartsengi, non appena il livello di allerta saliva, la delimitazione di zone rosse inaccessibili al pubblico, e la costruzione di barriere di deviazione per cercare di deviare le colate lontano dal centro abitato. 
Le comunicazioni costanti con i cittadini, tramite bollettini e conferenze stampa, hanno mantenuto alto il livello di guardia e la consapevolezza del rischio, favorendo una risposta quasi sempre pronta e ordinata della popolazione ad ogni nuova emergenza. Dal punto di vista scientifico, ogni episodio eruttivo è stato seguito e studiato in tempo reale da équipe di esperti islandesi e internazionali, fornendo dati preziosi per aggiornare i modelli di previsione e migliorare la comprensione dell’attività vulcanica della zona.
Di fronte alla portata di questa crisi vulcanica prolungata, il governo islandese ha adottato misure straordinarie anche sul piano socio-economico, nel riconoscere che la situazione di incertezza non fosse più sostenibile per la comunità locale. In particolare, è stato varato un programma di ricollocazione su base volontaria degli abitanti di Grindavík, attraverso l’acquisto statale delle loro abitazioni. Già a febbraio 2024 le autorità avevano annunciato l’intenzione di acquistare tutti gli immobili residenziali della cittadina, corrispondendo ai proprietari fino al 95% del valore assicurato di ogni casa. Per attuare questo piano, dal costo stimato di circa 61 miliardi di corone islandesi (pari a circa 420 milioni di euro), è stata creata una società immobiliare pubblica (denominata Þórkatla) incaricata di gestire gli acquisti e di rivalersi in parte sul fondo assicurativo nazionale per le catastrofi. Entro la metà di aprile 2024, oltre 675 richieste di vendita da parte di residenti erano già state presentate attraverso il portale governativo dedicato, e le prime compravendite sono state finalizzate con successo, garantendo ai venditori un indennizzo sulla carta rapido. 
Parallelamente, il governo ha lavorato per offrire soluzioni abitative alternative agli sfollati e mitigare l’impatto economico di un trasferimento di massa: la popolazione di Grindavík rappresenta infatti circa l’1% di quella nazionale, e la sua delocalizzazione pone sfide sia logistiche sia finanziarie. Nonostante queste misure di sostegno riflettano la consapevolezza che, in una situazione di rischio, la tutela delle persone debba avere la priorità assoluta, anche a costo di interventi senza precedenti come l’abbandono (seppur temporaneo o parziale) di un centro abitato, non sono mancate problematiche e polemiche.
In molti hanno espresso pubblicamente il disappunto per le modalità di valutazione del valore degli immobili. La stima al 95% del valore assicurativo è stata giudicata da molti come inferiore al valore di mercato reale delle abitazioni, soprattutto per le case recenti o ristrutturate. Diversi proprietari hanno segnalato che il prezzo offerto da Þórkatla non copriva completamente quanto avrebbero potuto ottenere vendendo in condizioni normali, lasciandoli di fatto con perdite di patrimonio significative. 
In alcuni casi estremi, vendere a Þórkatla non avrebbe coperto interamente i mutui residui, lasciando i proprietari con “equity” negativa (debiti superiori al ricavato) e dunque impossibilitati a comprare un’altra casa altrove. 
Particolare malcontento è emerso da parte di quei residenti le cui proprietà non rientravano nei criteri di acquisto stabiliti. Si calcola che circa 200–300 abitazioni a Grindavík siano escluse dal programma Þórkatla perché non soddisfano i requisiti (ad esempio seconde case, immobili intestati a società o con domicilio altrove). Questi proprietari si trovano dunque a dover mantenere immobili in una cittadina in gran parte evacuata e deprezzata, senza poter beneficiare dell’uscita garantita agli altri. La situazione è stata definita da alcuni come iniqua e discriminatoria, in quanto lo Stato “compra quasi tutte le case ma ne lascia fuori alcune”, di fatto “spezzando la comunità a metà” e “condannando una minoranza di residenti a rimanere con proprietà invendibili in un paese semi-abbandonato”. Queste prospettive hanno generato frustrazione e timori diffusi a Grindavík, soprattutto tra chi avesse acquistato di recente a prezzi elevati o avesse in essere mutui importanti. In molti temevano di non poter ricollocarsi adeguatamente in altre città con le somme offerte e di vedere vanificati anni di risparmi investiti nelle proprie abitazioni.
Oltre ai nodi principali di valutazione e criteri di acquisto, nel corso dei mesi sono emerse anche altre criticità operative che hanno generato lamentele. Alcuni cittadini, per esempio, hanno denunciato mancanze di comunicazione e ritardi da parte di Þórkatla nelle procedure di compravendita.
Di fronte al montare delle critiche, Þórkatla e le istituzioni coinvolte hanno fornito varie spiegazioni e, in alcuni casi, adottato correttivi in corso d’opera. I dirigenti di Þórkatla hanno ricordato che l’intervento a Grindavík rappresenta un caso senza precedenti, avviato in condizioni d’urgenza e con base legale definita dal Parlamento. Riguardo alle accuse di valutazioni inadeguate, Þórkatla ha difeso il criterio del 95% del valore assicurativo come stabilito dalla legge e applicato in modo uniforme e trasparente a tutti. 
In sintesi, l’intervento di Þórkatla a Grindavík, pur apprezzato da molti per aver offerto un'ancora di salvezza finanziaria a centinaia di famiglie colpite dall’emergenza, ha generato anche vive polemiche per le sue implicazioni economiche e sociali. I grindvíkingar hanno manifestato le proprie lamentele tramite media, social network e iniziative legali, lamentando valutazioni giudicate penalizzanti, regole ritenute discriminatorie e una gestione percepita a tratti come insensibile. Le autorità e la società Þórkatla hanno risposto con alcuni correttivi e spiegazioni, mantenendo però la linea generale del provvedimento. L’esito di eventuali cause legali o decisioni politiche potrebbe portare a aggiustare il tiro di questo piano senza precedenti, nel tentativo di bilanciare le esigenze dei cittadini di Grindavík con i vincoli di sicurezza e le capacità finanziarie dello Stato. In ogni caso, il “caso Grindavík” (che è qui riportato solo parzialmente, ma che meriterebbe un approfondimento molto più esteso a parte) sta facendo emergere in Islanda un acceso dibattito sul modo migliore di gestire le conseguenze socio-economiche delle calamità, con lezioni importanti per il futuro in termini di trasparenza e dialogo con le comunità locali.

L’incidente del Gennaio 2024 ha scatenato un altro acceso dibattito in Islanda sulla scelta di effettuare lavori all’interno di Grindavík nonostante il territorio fosse ancora instabile per la recente attività di rifting. Alcuni scienziati hanno dichiarato che quanto accaduto non può essere considerato un “semplice incidente inevitabile”, ma piuttosto un errore di valutazione grave, definendo “óafsakanlegt” (cioè ingiustificabile) l’aver avviato “lavori non necessari” in quella fase, senza condurre studi geologici approfonditi sul terreno, e soprattutto l’aver permesso che un operaio lavorasse da solo su una frattura attiva. 
La famiglia di Lúðvík Pétursson ha anch’essa sollecitato un'inchiesta indipendente sull'accaduto, chiedendo chiarimenti su decisioni e responsabilità nella gestione del cantiere.
L’Ispettorato del Lavoro islandese (Vinnueftirlitið) ha confermato di aver aperto un’inchiesta in collaborazione con la polizia, la Protezione Civile (Almannavarnir) e le autorità locali di Grindavík. 
Dalle verifiche è emerso che non era stato eseguito alcuno studio formale di rischio sulle condizioni geologiche nell’area del cantiere, nonostante fosse nota la presenza di fratture attive. Cinque persone coinvolte nel progetto risultano indagate per possibili negligenze connesse all’incidente. Nessun indagato proviene dalla ditta esecutrice, mentre almeno un dipendente di Efla rientra tra gli indiziati. L’inchiesta è ancora in corso.
In parallelo, sono state adottate diverse misure correttive. Subito dopo l’incidente, la direttrice dell’NTÍ, Hulda Ragnheiður Árnadóttir, ha annunciato la sospensione temporanea di tutti i lavori di riempimento delle fratture a Grindavík. Anche le attività di ispezione dei danni e stima dei rimborsi assicurativi nella zona rossa sono state messe inizialmente in pausa e le procedure di sicurezza nei cantieri in zone di emergenza sono state riviste.
Dopo l’incidente di gennaio 2024 Vegagerðin, l’Agenzia delle strade islandese, ha iniziato ad utilizzare droni con georadar al posto di tecnici a piedi, in modo da non esporre il personale al pericolo durante le operazioni di mappatura delle fessure attive in città. 
Guardando al futuro, le dinamiche osservate in questa sequenza eruttiva suggeriscono che l’attività vulcanica nella penisola di Reykjanes potrebbe non essersi ancora esaurita. In effetti, già dai primi di Aprile 2025, subito dopo l’ultimo evento eruttivo, gli strumenti hanno iniziato a registrare una nuova fase di inflation. 


Fig.40 - Il segnale gps della stazione di Svartsengi con le fasi di inflation e deflation da Novembre 2023 ad Aprile 2025. (fonte: Veðurstofa Íslands).

La ripetizione di eruzioni lungo lo stesso sistema di fessure ha inoltre progressivamente alleviato lo stress crostale, portando a una diminuzione della sismicità durante la messa in posto del dicco, almeno nella zona tra Sýlingarfell e Stóra-Skógfell. In alcuni episodi la finestra tra l’inizio della fase di migrazione del magma e l’effettivo onset dell’eruzione si è ridotto a poche decine di minuti. Da qui l’implementazione del monitoraggio eseguito con fibra ottica che aiuta a ricevere in tempo pressoché reale i primissimi segnali dell’inizio delle fasi di trasferimento del magma dal reservoir superficiale verso la superficie e di conseguenza dell’attivazione del piano d’emergenza. Tutti elementi che hanno permesso di estendere di alcuni, ma cruciali, minuti la finestra temporale per attivare i piani di evacuazione.
Ciò implica che anche nei mesi e anni a venire sarà necessario mantenere alta la guardia. Le autorità islandesi stanno già pianificando un approccio a lungo termine improntato alla convivenza con Svartsengi e con i vulcani della penisola. 

Questa sequenza eruttiva ha rappresentato un banco di prova importantissimo sia per la scienza sia per la protezione civile in Islanda. Le lezioni apprese a Sundhnúksgígar, sulla ciclicità delle eruzioni di questo tipo di sistema vulcanico, sull’efficacia delle misure protettive e sull’impatto socio-economico di un’eruzione così lunga, costituiranno un patrimonio di conoscenze fondamentale per affrontare con maggiore consapevolezza le sfide future poste dai vulcani della penisola di Reykjanes e di tutto il territorio islandese.

Fonti:
- IMO (Icelandic Meteorological Office) – Aggiornamenti ufficiali sull’attività vulcanica a Reykjanes

- M. Parks et. al., 2023–2024 inflation-deflation cycles at Svartsengi and repeated dike injections and eruptions at the Sundhnúkur crater row, Reykjanes Peninsula, Iceland

- apnews.com - M. Di Marco - Iceland volcanic eruption news coverage

- Iceland Monitor – The first real estate purchase agreements for Grindavík went through yesterday

- Insurance Journal – Iceland Plans to Buy Out Homeowners in Volcano-Struck Town

- RÚV – Five hold suspect status after fatal 2024 Grindavík accident

- Morgunblaðið/Iceland Monitor – Man is believed to have fallen into a fissure in Grindavík 

- Morgunblaðið/Iceland Monitor – The search has stopped: “Everything that could be done, was done” 

- Vísir – Nafn mannsins sem saknað er eftir vinnuslysið 

- Heimildin – Þetta er vitað um mannshvarfið í sprungunni í Grindavík 

- mbl.is – Með réttarstöðu sakbornings við rannsókn banaslyss 

- mbl.is - Íbúðaeigendur enda með neikvætt eigið fé

- dv.is - Undanskildir Grindvíkingar undirbúa hópmálsókn gegn ríkinu – “Þetta setur fólk í hrikalega stöðu” 

- Vegagerðin – Jarðrannsóknir í Grindavík