Ci son cascata di nuovo…

a cura di Marco Viccaro

 

Il clima da immediato dopo festival potrebbe ironicamente spingerci a canticchiare l’ormai famoso ritornello, ma la sinfonia che ha orchestrato l’Etna nella serata appena trascorsa è su tutt’altro registro. Il silenzio del vulcano in tal senso è durato circa 3 mesi e mezzo (i.e. 23 Ottobre 2021), se tralasciamo la parentesi del 13-15 Dicembre 2021, ovvero quando l’Etna in modo scarsamente convinto ha comunque richiamato l’attenzione su di sé dando vita ad una modesta colata lavica in Valle del Bove accompagnata da una altrettanto modesta attività Stromboliana che non culminò con una fase di fontanamento.

Come già mostrato nel recente passato, la spettacolare attività eruttiva di ieri sera, 10 Febbraio 2022, è però frutto di un risveglio del vulcano tutt’altro che improvviso. Le splendide giornate che hanno contraddistinto queste prime settimane del Febbraio siciliano hanno infatti consentito di osservare come da oltre una decina di giorni il plume di degassamento dai crateri sommitali si sia spesso “sporcato” a causa di sporadiche emissioni di cenere brunastra, mentre nelle serate-nottate frequentemente si son potuti scorgere bagliori al Cratere di Sud-Est, ovvero tutti sintomi di una ripresa dell’attività Stromboliana all’interno del cratere stesso. 

Una decina di giorni di intorpidimento dunque, ma già a partire dalla prima mattinata di ieri è apparso evidente che il vulcano avrebbe avuto intenzioni ben più serie. Nel corso di tutta la giornata abbiamo assistito ad un lentissimo crescendo dell’attività Stromboliana al Cratere di Sud-Est (rimasta comunque su intensità davvero modeste almeno fino alle 17.00 ora locale), con esplosioni che hanno accompagnato, a partire dal primo pomeriggio, anche la messa in posto di una colata di lava traboccata dall’orlo sud-occidentale dello stesso Cratere di Sud-Est. Il passaggio verso la fase più energetica dell’eruzione è avvenuto solo a partire dal tardo pomeriggio, quando l’attività Stromboliana con progressiva intensificazione è gradualmente passata ad un vigoroso fontanamento verso le 21.30 ora locale (Fig. 1). E che fontanamento! Quasi ci eravamo disabituati…

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Figura 1 - Colonna eruttiva formatasi durante la fase di intenso fontanamento al Cratere di Sud-Est (foto gentilmente concessa dall’autore Giuseppe Tonzuso, Università degli Studi di Catania).

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Figura 2 - Colate laviche reomorfiche che ammantano i fianchi del cono del Sud-Est (foto gentilmente concessa dall’autore Giuseppe Tonzuso, Università degli Studi di Catania).

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La fase parossistica dell’eruzione del 10 Febbraio è durata ben più di 1 ora, con fontane di lava che hanno sostenuto una colonna eruttiva innalzatasi fino a circa 8 km s.l.m. L’insolita direzione del vento, dai quadranti orientali, ha sospinto il plume verso nord-ovest, determinando dunque un fall-out di cenere piuttosto cospicuo soprattutto nelle aree pedemontane di Bronte e Maletto. In aggiunta alla ricaduta di cenere si è osservata, in concomitanza della fase più energetica dell’episodio eruttivo, anche la messa in posto di una colata lavica reomorfica, la quale si è propagata nell’alto settore sud-occidentale del vulcano ancora per qualche ora dopo il termine dell’attività (Fig. 2). Sebbene sia una fenomenologia già osservata in occasione di eruzioni parossistiche recenti dell’Etna, è da sottolineare anche il fatto che durante l’eruzione di ieri si sono generate almeno tre correnti piroclastiche determinate da parziali collassi dei fianchi del cono del Sud-Est (Fig. 3 e 4). Il denso carico di cenere prodotto durante queste fasi straordinariamente energetiche ha creato uno spettacolo davvero mozzafiato, con scariche elettriche che hanno ripetutamente illuminato la colonna eruttiva (Fig. 5).

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Figura 3 – Primo collasso avvenuto alle 20.40 circa ora locale con sviluppo di una piccola corrente piroclastica (foto gentilmente concessa dall’autore Giuseppe Tonzuso, Università degli Studi di Catania).

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Figura 4 – Screenshot da telecamera termica dell’INGV-OE collocata alla Montagnola che riprende la terza corrente piroclastica generatasi dal collasso avvenuto alle 22.27 circa ora locale.

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Figura 5 – Colonna eruttiva formatasi durante la fase di intenso fontanamento e collasso di porzioni del cono del Sud-Est con conseguente produzione di scariche elettriche (foto gentilmente concessa dall’autore Giuseppe Tonzuso, Università degli Studi di Catania).

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L’eruzione del 10 Febbraio 2022 ha mostrato, nel suo complesso, energia del tutto confrontabile con gli episodi più violenti che hanno reso ormai celebre la sequenza parossistica del 2020-21, iniziata il 13-14 Dicembre 2020 e che ha contato ben 60 eruzioni parossistiche alla data del 23 Ottobre 2021. Come si debba inquadrare nel record eruttivo recente questo primo episodio parossistico del 2022 è ancora troppo presto per dirlo, ma ce lo racconteranno le analisi composizionali che eseguiremo nei prossimi giorni sui prodotti piroclastici campionati…


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