A cura di Marco Di Marco e Marco Viccaro
Ed eruzione sia, dunque! Dopo uno sciame di oltre 10.000 terremoti che ha coinvolto un’area relativamente estesa attorno a Fragadalsfjall nella Penisola di Reykjanes (Islanda), il 3 Agosto alle 13.15 circa (UTC) si è aperta una nuova frattura eruttiva nell’area di Meradalir, poco a nord-est rispetto al sito principale dell’eruzione che ha tenuto banco da Marzo a Settembre dello scorso anno.
Ma andiamo per gradi. Lo sciame sismico ha avuto un’importante intensificazione già a partire dal 30 Luglio 2022, interessando un settore collocato a nord-est di Fragadalsfjall e qualche chilometro a nord di Geldingadalir. Nell’area, tuttavia, qualcosa ribolliva in pentola già da tempo. Le deformazioni del suolo indicavano infatti che almeno da metà-fine giugno nuovo magma stava facendo ingresso nelle porzioni più superficiali della crosta, a profondità di circa 6 chilometri, provocando un rigonfiamento del terreno nell’ordine di 3 cm circa (Figura 1). Ed è infatti proprio a questa profondità che sono stati localizzati gli ipocentri della prima fase dello sciame, circa 500 eventi già nel primo pomeriggio del 30 Luglio, indicativi del fatto che il magma aveva iniziato la sua fase di risalita. Nel corso dei giorni successivi, la sismicità ha consentito di tracciare momento per momento l’intera fase di risalita del magma (Figura 2). Verso le 12.00 del 31 Luglio, gran parte degli ipocentri era infatti già collocata tra i 2 e i 5 km, e un’ulteriore superficializzazione degli stessi si è registrata tra la sera del 2 e la mattina del 3 Agosto. L’eruzione a quel punto era considerata imminente.
Dall’inizio dello sciame si sono verificati circa 150 terremoti di magnitudo superiore a 3.0. Alcuni di essi hanno anche prodotto danni (fortunatamente di piccola entità) nell’area di Grindavik e sono stati comunque ben avvertiti fino a Reykjavik e in altre zone sud-occidentali dell’Islanda. Di seguito riportiamo una lista degli eventi più significativi:
30/07 h:14:02 M4.0
30/07 h:16:52 M4.4
30/07 h:20:48 M4.3
31/07 h:04:06 M4.2
31/07 h:17:47 M5.4
01/08 h:03:14 M4.3
01/08 h:03:41 M4.2
01/08 h:04:51 M4.4
01/08 h:06:27 M4.7
01/08 h:08:02 M4.1
01/08 h:11:06 M4.0
01/08 h:17:52 M4.1
01/08 h:23:15 M4.1
01/08 h:23:31 M4.8
02/08 h:00:17 M4.2
02/08 h:02:27 M5.0
02/08 h:02:27 M4.5
Una volta iniziata, l’eruzione ha prodotto una fessura eruttiva nell’area nord-occidentale di Meradalir che, ad oggi, ha una lunghezza di circa 500 metri (Galleria di foto). L’attività ha prodotto un fontanamento piuttosto vigoroso e continuo lungo tutta la frattura, con un lago di lava in formazione ad ovest della fessura e colate laviche che si riversano sul fondo stesso della valle di Meradalir. Se in un primo momento il tasso di emissione (circa 32 m3/s) appariva circa 5 volte superiore rispetto a quanto registrato durante l’attività eruttiva di Marzo-Settembre 2021, nel corso della giornata del 4 Agosto è lievemente diminuito e la porzione settentrionale della fessura eruttiva ha smesso di eruttare. L’attività si è concentrata nel segmento meridionale della stessa, con il fontanamento che, nella mattina del 5 Agosto, appariva di maggiore intensità rispetto al primo giorno d’eruzione.
I prodotti eruttati sono basalti tholeiitici con composizioni simili alle lave eruttate al sito principale di Fagradalsfjall verso le fasi finali dell’attività del 2021. Ciò suggerisce che i prodotti eruttati a Meradalir durante i primi giorni hanno una storia evolutiva che si correla con la coda dell’attività dello scorso anno.
L’esperienza del 2021 ci mette in guardia su cosa potrà ancora riservare questo straordinario vulcano. Stiamo dunque a vedere, in fondo siamo solo all’inizio…