La silenziosa eruzione dell’Etna tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023

A cura di Giorgio Costa


L’Etna ha deciso di concludere un anno e di cominciare quello nuovo facendo quello che più le riesce meglio: dare spettacolo. Questa volta però, lo show è iniziato piuttosto silenziosamente e quasi di nascosto, dopo più di 5 mesi di totale stasi dall’ultima attività eruttiva che aveva interessato il Cratere di Sud-Est tra i mesi di maggio e giugno del 2022.

In un certo senso, è come se l’Etna avesse voluto riprendere ciò aveva concluso in precedenza, poiché dal pomeriggio del 27 novembre 2022, una modesta colata di lava ha cominciato a fuoriuscire dalla zona già interessata in precedenza durante l’ultima eruzione.

La sorgente dell’attività eruttiva è quindi localizzata, anche in questo caso, alla base nord-orientale del Cratere di Sud-Est, ad una quota di circa 2850 m s.l.m. Durante le prime settimane, la lava ha iniziato a scorrere molto lentamente all’interno della desertica Valle del Leone con tassi di effusione piuttosto modesti: ciò ha permesso alla lava di percorrere solo diverse centinaia di metri, prima di raffreddarsi e riprendere nuovamente a scorrere sui flussi precedenti (Fig.1). Un ciclo ripetuto che da ormai oltre due mesi continua a verificarsi senza grandi variazioni.

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Fig.1 -  La modesta colata lavica prodotta alla base nord-orientale del Cratere di Sud-Est, ripresa dalla zona di Ripe della Naca nella sera del 9 dicembre 2022. Foto scattata da Giorgio Costa.

In corrispondenza delle bocche effusive, si è assistito inoltre all’edificazione di piccole strutture vulcaniche note con il nome di “hornitos” (dallo spagnolo, “piccoli forni”) (Fig.2), prodotti dall’occasionale fuoriuscita e dalla successiva deposizione di brandelli di lava.

Durante gli ultimi giorni del 2022 ed i primi giorni del nuovo anno, la lava è avanzata maggiormente, iniziando a riversarsi all’interno della sottostante Valle del Bove, senza però riuscire ancora a raggiungerne il fondo (Fig.3).

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Fig.2 - I piccoli hornitos che si sono formati in corrispondenza della porzione più elevata della frattura eruttiva, a circa 2850 m. Foto scattata da Giorgio Costa.

 

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Fig.3 - I fronti lavici in discesa all’interno della Valle del Bove, durante la sera del 27 dicembre 2022. Foto scattata da Giorgio Costa.

Alcuni sopralluoghi effettuati nelle vicinanze del teatro eruttivo (Fig.4), hanno permesso di constatare che il campo lavico formatosi è particolarmente complesso. Talvolta, la lava si divide in numerosi bracci che tendono a digitarsi e a rallentare il loro avanzamento; in altri casi, la lava continua a scorrere ad alte temperature al di sotto di una crosta solida ormai raffreddata, producendo diversi ingrottamenti lavici (Fig.5).

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Fig.4 - La bocca effusiva attiva a quota 2850 m, da cui viene originata l’attività eruttiva. Foto scattata da Giorgio Costa.

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Fig.5 - Una “finestra” incandescente che mostra uno dei numerosi ingrottamenti attivi all’interno del campo lavico. Foto scattata da Giorgio Costa.

Infine, nelle ultime settimane è stato osservato anche un cambiamento nella parete nord-orientale del Cratere di Sud-Est, che oltre a presentare una diffusa degassazione, mostra anche la presenza di un piccolo cratere a pozzo (chiamato in gergo “pit crater”), da cui vengono occasionalmente emessi dei boli di gas (Fig.6).

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Fig.6 - La parete nord-orientale del Cratere di Sud-Est interessata da un’intensa attività di degassamento e dalla presenza del pit-crater formatosi nei primi giorni del 2023, nella porzione inferiore dello stesso fianco (rettangolo rosso). Foto scattate da Gabriele Secondo.

Impossibile fare previsioni sull’evoluzione di questa (finora) pacata eruzione: staremo a vedere se l’attività evolverà verso una fenomenologia più energetica, o se continuerà a manifestarsi con questi toni più placidi. Tuttavia, l’unica certezza che abbiamo è che sicuramente, ancora una volta, questo vulcano ci sorprenderà!


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