Dicembre 2021
PubAIV 2021
(aggiornamento Dicembre 2021)
(aggiornamento Dicembre 2021)
TEMATICHE GENERALI:
1) Magmi e sistemi di alimentazione (0 articoli)
2) Dinamiche eruttive e di messa in posto (0 articoli)
3) Geologia e struttura dei vulcani (0 articoli)
4) Monitoraggio, pericolosità e rischio vulcanico (4 articoli)
1) Magmi e sistemi di alimentazione (0 articoli)
2) Dinamiche eruttive e di messa in posto (0 articoli)
3) Geologia e struttura dei vulcani (0 articoli)
4) Monitoraggio, pericolosità e rischio vulcanico (4 articoli)
Tematica 1: Magmi e sistemi di alimentazione
Tematica 2: Dinamiche eruttive e di messa in posto
Tematica 3: Geologia e struttura dei vulcani
Tematica 4: Monitoraggio, pericolosità e rischio vulcanico

Giacomelli L., Scandone R. (2021)
Pompei sotto il Vesuvio, Cercavano ori hanno trovato Uomini, Volume 2-1.
Amazon.it, 406 pp.
Link editore
Data di pubblicazione: 02/12/2021
PubAIV-ID-00041 - Libro (non-open access)
Abstract
- Si è cercato di mettere in luce, quanto più che si poteva, le conseguenze dell’eruzione del Vesuvio del 79 d. C. sulla città e sugli uomini, intersecando, inevitabilmente, anche la lunga storia del recupero dei siti. Tuttavia, per quanto si siano cercate le tracce del disastro di 2000 anni fa, scavi antichi e recenti, ricostruzioni e demolizioni hanno concorso a cancellarne quasi ogni evidenza. Pompei oggi non è più un sito all’ombra del Vesuvio, ma fa ombra lei stessa, con le sue abbaglianti domus, al monte che ne ha involontariamente provocato la fine. Il monumento archeologico nasconde, quasi vergognandosene, gran parte della propria storia.
Contatto

Giacomelli L., Scandone R. (2021)
Pompei sotto il Vesuvio, Cercavano ori hanno trovato Uomini, Volume 2-2.
Amazon.it, 328 pp.
Link editore
Data di pubblicazione: 02/12/2021
PubAIV-ID-00042 - Libro (non-open access)
Abstract
- Il libro cerca di mettere in luce, quanto più possibile, le conseguenze dell’eruzione del Vesuvio del 79 d. C. sulla città di Pompei e sugli uomini, intersecando, inevitabilmente, anche la lunga storia del recupero dei siti. Tuttavia, per quanto si siano cercate le tracce del disastro di 2000 anni fa, scavi antichi e recenti, ricostruzioni e demolizioni hanno concorso a cancellarne quasi ogni evidenza. Pompei oggi non è più un sito all’ombra del Vesuvio, ma fa ombra lei stessa, con le sue abbaglianti domus, al monte che ne ha involontariamente provocato la fine. Il monumento archeologico nasconde, quasi vergognandosene, gran parte della propria storia. Continua nel secondo volume l'esplorazione di Pompei.
Contatto

Giacomelli L., Scandone R. (2021)
Pompei sotto il Vesuvio, Cercavano ori hanno trovato Uomini, Volume 2-3.
Amazon.it, 240 pp.
Link editore
Data di pubblicazione: 02/12/2021
PubAIV-ID-00043 - Libro (non-open access)
Abstract
Pompei, al momento della distruzione causata dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., era una città che tentava di risollevarsi dalla precedente catastrofe del 62 d.C. quando un terremoto disastroso aveva raso al suolo tutti gli edifici pubblici e molte case private.
La città era passata attraverso altre drammatiche vicende, fra le quali la conquista nel 89 a.C. di Silla durante la guerra sociale. Conoscendo la ferocia del futuro Dittatore, la deduzione a Colonia Romana popolata dai suoi legionari non sarà stata indolore per gli abitanti sanniti che occupavano la città. Di quegli eventi restano ancora i segni sui muri della città colpiti dai proiettili delle catapulte e baliste degli assedianti e le poche scritte in osco “Eituns” che istruivano gli abitanti quali posizioni occupare in caso di assedio.
L’eruzione venne a cancellare la vita e le speranze di migliaia di persone insieme alle loro proprietà, sepolte sotto una spessa coltre di pomici e ceneri. Tuttavia, preservò la città dalla azione distruttiva del tempo conservando intatte le testimonianze fisiche di quella antica tragedia. La riscoperta e gli scavi iniziati nel 1748 fecero dire a Goethe che nessuna catastrofe aveva reso più felici i posteri per la ricchezza e bellezza dei reperti che affioravano dalla coltre di ceneri a lapilli.
E’ paradossale che il tentativo di portare alla luce l’antica città e di ricostruire in parte le mura abbattute dalla violenza dei flussi piroclastici e i tetti crollati per il peso delle pomici e la violenza dei terremoti, abbia determinato una nuova strisciante distruzione e perdita di testimonianza per l’azione corrosiva degli agenti atmosferici cui si aggiunge negli ultimi anni l’azione di logoramento dei milioni di turisti che ogni anno sciamano in ogni angolo della città. A tutto questo si aggiunsero nel 1943 una serie di rovinosi bombardamenti effettuati dall’aviazione alleata alla ricerca di inesistenti truppe germaniche, quasi un prologo alla distruzione del monastero di Montecassino.
Il grandioso lavoro di ricostruzione iniziato dal grande archeologo Maiuri e poi da tutti i soprintendenti successivi ha cercato di porre rimedio ai guasti della guerra, purtroppo spesso con l’uso di materiali non adeguati, che sarebbero collassati in tempi successivi. Con il bombardamento alleato Pompei perse irrimediabilmente, oltre a molte domus, anche buona parte dei colori sugli intonaci delle facciate delle case che con le molteplici scritte pubblicitarie ed elettorali rendevano ancora viva la città passata attraverso le molteplici distruzioni.
Questi volumi cercano di mettere in luce, quanto più possibile, le conseguenze dell’eruzione sulla città di Pompei e sugli uomini, intersecando, inevitabilmente, anche la lunga storia del recupero dei siti. Tuttavia, per quanto si siano cercate le tracce del disastro di 2000 anni fa, scavi antichi e recenti, ricostruzioni e demolizioni hanno concorso a cancellarne quasi ogni evidenza. Pompei oggi non è più un sito all’ombra del Vesuvio, ma fa ombra lei stessa, con le sue abbaglianti domus, al monte che ne ha involontariamente provocato la fine. Il monumento archeologico nasconde, quasi vergognandosene, gran parte della propria storia.
La città era passata attraverso altre drammatiche vicende, fra le quali la conquista nel 89 a.C. di Silla durante la guerra sociale. Conoscendo la ferocia del futuro Dittatore, la deduzione a Colonia Romana popolata dai suoi legionari non sarà stata indolore per gli abitanti sanniti che occupavano la città. Di quegli eventi restano ancora i segni sui muri della città colpiti dai proiettili delle catapulte e baliste degli assedianti e le poche scritte in osco “Eituns” che istruivano gli abitanti quali posizioni occupare in caso di assedio.
L’eruzione venne a cancellare la vita e le speranze di migliaia di persone insieme alle loro proprietà, sepolte sotto una spessa coltre di pomici e ceneri. Tuttavia, preservò la città dalla azione distruttiva del tempo conservando intatte le testimonianze fisiche di quella antica tragedia. La riscoperta e gli scavi iniziati nel 1748 fecero dire a Goethe che nessuna catastrofe aveva reso più felici i posteri per la ricchezza e bellezza dei reperti che affioravano dalla coltre di ceneri a lapilli.
E’ paradossale che il tentativo di portare alla luce l’antica città e di ricostruire in parte le mura abbattute dalla violenza dei flussi piroclastici e i tetti crollati per il peso delle pomici e la violenza dei terremoti, abbia determinato una nuova strisciante distruzione e perdita di testimonianza per l’azione corrosiva degli agenti atmosferici cui si aggiunge negli ultimi anni l’azione di logoramento dei milioni di turisti che ogni anno sciamano in ogni angolo della città. A tutto questo si aggiunsero nel 1943 una serie di rovinosi bombardamenti effettuati dall’aviazione alleata alla ricerca di inesistenti truppe germaniche, quasi un prologo alla distruzione del monastero di Montecassino.
Il grandioso lavoro di ricostruzione iniziato dal grande archeologo Maiuri e poi da tutti i soprintendenti successivi ha cercato di porre rimedio ai guasti della guerra, purtroppo spesso con l’uso di materiali non adeguati, che sarebbero collassati in tempi successivi. Con il bombardamento alleato Pompei perse irrimediabilmente, oltre a molte domus, anche buona parte dei colori sugli intonaci delle facciate delle case che con le molteplici scritte pubblicitarie ed elettorali rendevano ancora viva la città passata attraverso le molteplici distruzioni.
Questi volumi cercano di mettere in luce, quanto più possibile, le conseguenze dell’eruzione sulla città di Pompei e sugli uomini, intersecando, inevitabilmente, anche la lunga storia del recupero dei siti. Tuttavia, per quanto si siano cercate le tracce del disastro di 2000 anni fa, scavi antichi e recenti, ricostruzioni e demolizioni hanno concorso a cancellarne quasi ogni evidenza. Pompei oggi non è più un sito all’ombra del Vesuvio, ma fa ombra lei stessa, con le sue abbaglianti domus, al monte che ne ha involontariamente provocato la fine. Il monumento archeologico nasconde, quasi vergognandosene, gran parte della propria storia.
Contatto

Giacomelli L., Scandone R. (2021)
Volcanic phenomena between media simplification and the need for a better understanding of human-environment interaction, with particular reference to Italy.
J-Reading 1, 10, 53-70
https://doi.org/10.4458/3945-04
Data di pubblicazione: 02/12/2021
PubAIV-ID-00044 - Articolo in rivista (non-open access)
Abstract
- Correct scientific information is particularly necessary when dealing with hazardous phenomena like volcanic eruptions. Many journalists and even popular media divulgators often use incorrect terms, emphasizing dramatic aspects that are not always necessary, in an attempt to raise public awareness to volcanic phenomena. Often the beneficial aspects of volcanoes are overlooked and there is no understanding of the reason of so frequent human settlements around volcanoes. In this paper we discuss the most widely errors made by generalist media and misunderstanding of volcanic phenomena as well as the unknown beneficial aspects of volcanic activity. We discuss in detail also some poorly known aspects of the excavations of Pompeii which could serve as a tool for understanding volcanic hazard. We report the undocumented loss of volcanological data, that could permit a better understanding of the development of an eruption and suggest behaviour of survival during an explosive one.
Contatto
- editato da A. Vona e F. Di Fiore - per info contattare Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.