L’episodio parossistico dell’Etna del 1 Dicembre 2023 e il suo bizzarro preludio

AIVULC / Approfondimenti
04
Dic
2023

L’episodio parossistico dell’Etna del 1 Dicembre 2023 e il suo bizzarro preludio

A cura di Giorgio Costa e Marco Viccaro.

 

PREMESSA

L’Etna accorcia nuovamente i tempi e così, dopo quasi tre settimane dall’ultimo episodio di fontanamento, il Cratere di Sud-Est torna in scena permettendoci questa volta di poter ammirare lo spettacolo in tutta la sua maestosità. Questa nuova eruzione a carattere parossistico però non è giunta improvvisamente, bensì è stata preceduta per circa 11 giorni da un’attività per certi versi bizzarra, con ritmi talmente regolari da rendere questo vulcano quasi più preciso di un orologio svizzero.

 

L’INUSUALE PRELUDIO DELL’EPISODIO PAROSSISTICO

La tregua dopo l’ultimo episodio parossistico dell’Etna, avvenuto la sera del 12 novembre scorso (https://www.aivulc.it/dettnews-12_novembre_2023_letna_gioca_di_nuovo_a_nascondino/4_435/it/) non ha avuto una durata particolarmente lunga. Lo stato di quiete del vulcano è stato interrotto nella mattina del 19 novembre dai primi segnali di un possibile risveglio del Cratere di Sud-Est, con la produzione di occasionali e deboli emissioni di cenere. Poco dopo le 18:00 (ora locale) dello stesso pomeriggio, è iniziata una vivace attività eruttiva con esplosioni Stromboliane più energetiche. Sembrava che l’Etna fosse nuovamente in procinto di produrre un nuovo episodio parossistico, con alte fontane di lava e colonne eruttive cariche di materiale piroclastico, seguendo lo stesso copione già visto e rivisto per decine di volte negli ultimi anni. E invece, dopo una quindicina di minuti, l’attività è bruscamente diminuita, per poi terminare del tutto. Eppure, dopo una pausa durata circa mezz’ora, le esplosioni sono riprese nuovamente per diversi minuti, per cessare ancora una volta e poi ricominciare di nuovo.

Fatta eccezione per un breve intervallo di attività ridotta avvenuta tra il 22 e il 23 novembre, nel corso dei successivi 10 giorni il Cratere di Sud-Est ha prodotto circa 250 episodi di attività Stromboliana (circa 21-22 episodi al giorno), intervallati da momenti di quiete dalla durata di 60-70 minuti circa. In alcuni casi l’attività riprendeva in modo molto graduale, mentre in altri casi ricominciava in modo più brusco, culminando in esplosioni con getti incandescenti che raggiungevano talvolta anche 150-200 m oltre l’orlo craterico. Questa attività è stata prodotta principalmente da una bocca eruttiva all’interno del Cratere di Sud-Est, sebbene una seconda bocca posta leggermente più ad est della prima ha preso parte sporadicamente alla spettacolare coreografia (Figura 1).

 

Figura 1. Due episodi di vivace attività Stromboliana al Cratere di Sud-Est la sera del 24 novembre (a sinistra) e del 29 novembre (a destra). La prima foto è stata scattata nei pressi di Piano del Vescovo sul versante sud-orientale del vulcano, mentre la seconda è stata ripresa dal versante sud-occidentale e mostra le due bocche con attività simultanea. Si nota inoltra la formazione di un piccolo cono intracraterico. Foto scattate da Giorgio Costa.

 

La fase di massima intensità di ciascun episodio ha avuto una durata di circa 5-15 minuti ed è stata accompagnata simultaneamente da un rapido incremento del tremore vulcanico (Figura 2). L’intensità dell’attività eruttiva, così come l’ampiezza media del tremore, è stata poi seguita da un brusco calo, per poi esaurirsi e dare immediatamente inizio al ciclo successivo.

 

Figura 2. Andamento dell’ampiezza media del tremore vulcanico nel periodo compreso tra il 17 novembre ed il 2 dicembre 2023 (dati acquisiti dalle reti di monitoraggio dell’INGV-OE; il grafico del tremore vulcanico consultabile sul sito dell’INGV-OE al seguente link: https://www.ct.ingv.it/index.php/monitoraggio-e-sorveglianza/segnali-in-tempo-reale/tremore-vulcanico). All’interno del rettangolo viene evidenziata la fase di preludio dell’episodio parossistico del 1 Dicembre, con gli oltre 250 episodi di vivace attività Stromboliana. Ciascun episodio viene evidenziato da un picco transiente del tremore da valori medi (giallo) a valori alti (rosso). L’andamento dei picchi mostra l’eccezionale regolarità dell’attività eruttiva, con pause di circa 70 minuti tra un episodio e l’altro, ad eccezione di un breve periodo di attività ridotta tra il 21 ed il 23 Novembre. Si nota infine il picco prodotto dall’attività di fontane di lava avvenuta la sera del 1 Dicembre 2023.

 

Occasionalmente, l’attività stromboliana è stata accompagnata da modeste effusioni laviche prodotte in corrispondenza della bocca più occidentale, tra l’altro sede delle esplosioni più vivaci e frequenti. Queste piccole colate sono avanzate solo per poche decine di metri in corrispondenza del fianco sud-occidentale del Cratere di Sud-Est e sono state alimentate solo per poche ore.

 

UNA DINAMICA ERUTTIVA ESTREMAMENTE REGOLARE

Nel recente passato dell’Etna non si ha evidenza di un’attività esplosiva con ritmi così perfettamente regolari e frequenti. Quella osservata tra il 19 novembre ed il 1 dicembre 2023 ricorda, a nostro avviso, solo parzialmente l’attività Stromboliana che ha caratterizzato la fase terminale del ciclo effusivo avvenuto nel 2017.

Un ruolo fondamentale per innescare tale attività va sicuramente attribuito alle bolle di gas presenti all’interno del magma, sebbene anche la geometria del sistema di trasferimento superficiale dell’Etna, ovvero i condotti, possono giustificare queste fasi. In alcuni casi, ostruzioni transienti all’interno dei condotti possono provocare un accumulo di bolle di gas che possono interagire e coalescere tra loro più facilmente, per poi essere in parte canalizzate verso la superficie. In particolare:

  • Se il flusso di gas non è particolarmente elevato, viene raggiunta una condizione di stabilità tale che permetterà alle piccole quantità di bolle in eccesso di incanalarsi attraverso il condotto, originando la tipica attività Stromboliana, con ritmi grossomodo regolari come quelli osservati tra il 19 Novembre e il 1 Dicembre.
  • Quando il flusso volumetrico di gas è invece più consistente, si può arrivare alla formazione di un cosiddetto “spessore critico di collasso”, tale da causare la risalita di una maggiore quantità di gas, dando così origine ad episodi di fontana di lava.

 

LA FINE DELL’EQUILIBRIO

A partire dal 29 Novembre, l’intensità dell’attività Stromboliana è diventata di poco maggiore. Tuttavia, nel complesso l’attività eruttiva sembrava essere piuttosto stabile e non mostrava una chiara tendenza ad evolvere verso un episodio eruttivo più energetico. Ma come sempre, l’ultima parola spetta sempre al vulcano.

Nel pomeriggio del 1 Dicembre, l’attività eruttiva stava continuando con le stesse caratteristiche precedentemente descritte. Un nuovo breve episodio di vivaci esplosioni Stromboliane è avvenuto tra le 16:30 - 16:45, ma questa volta l’attività eruttiva è ripresa dopo soli 5 minuti di quiete e col passare dei minuti è diventata progressivamente più continua e più vivace. Simultaneamente, anche l’ampiezza del tremore vulcanico ha iniziato ad aumentare maggiormente, rispetto ai numerosi picchi osservati nei giorni precedenti (Figura 2), facendo intuire che il perfetto equilibrio osservato fino a quel momento era giunto al termine.

 

L’EPISODIO PAROSSISTICO DEL 1 DICEMBRE 2023

Dopo le 17:15 l’attività è aumentata ulteriormente, producendo basse fontane di lava pulsanti. Poco dopo si è anche verificato un piccolo trabocco lavico lungo il fianco sud-occidentale del cono del Sud-Est, percorrendo poche centinaia di metri.

Dopo un breve periodo durante il quale l’attività ha subìto alcune fluttuazioni di intensità, le esplosioni hanno ripreso vigore e dato inizio ad un nuovo episodio parossistico a partire dalle 18:00 circa. Nel giro di pochi minuti, l’attività Stromboliana ha ceduto il posto a fontane di lava sostenute che, con getti alti circa 400 m, hanno illuminato di rosso lo scenario. Contestualmente, è iniziata a fluire una colata di lava ben più alimentata della precedente, che in pochi minuti ha raggiunto la base meridionale del cono, per iniziare a dirigersi verso Monte Frumento Supino. Intorno alle 18:15, un nuovo flusso lavico ha iniziato a muoversi lungo il fianco est-sudest del cono del Sud-Est, dirigendosi verso la Valle del Bove (Figura 3).

 

Figura 3. La fase culminante dell’episodio parossistico del 1 Dicembre 2023. Nella foto di sinistra, si nota la fontana di lava sostenuta alta alcune centinaia di metri oltre l’orlo craterico e la colata di lava in direzione della Valle del Bove, prodotta dall’orlo sud-orientale del Cratere di Sud-Est. Nella foto di destra, si può osservare la colonna eruttiva prodotta dall’episodio eruttivo, fortemente piegata dal vento in direzione nord-est. Foto scattate dalla località di Schiena dell’Asino da Giorgio Costa.

 

La fase parossistica è stata caratterizzata dalla produzione di una colonna eruttiva alta circa 6 km s.l.m., spinta dal forte vento verso il versante nord-orientale del vulcano, causando ricadute di materiale piroclastico tra Fiumefreddo e Giardini Naxos (Figura 3). Le eccellenti condizioni di visibilità hanno permesso di poter osservare l’evento eruttivo lungo gran parte della costa Siciliana orientale, a partire da Catania (Figura 4), fino a Siracusa, ma anche da alcune località situate lungo la costa tirrenica e persino dalle Isole Eolie.

 

Figura 4. Lo spettacolare scenario che ha attirato l’attenzione degli abitanti alle pendici del vulcano, con le fontane di lava e le due colate di lava prodotte al culmine dell’episodio parossistico. Foto scattata da Catania da Marco Viccaro.

 

La fase di massima intensità dell’evento eruttivo è proseguita per circa tre ore senza sostanziali variazioni nel suo andamento. A partire dalle 20:50 circa, l’attività ha iniziato a diminuire molto gradualmente, lasciando nuovamente il posto a basse fontane di lava pulsanti, talvolta accompagnate anche dalla produzione di spettacolari esplosioni di bolle in prossimità dell’orlo craterico, le quali hanno prodotto ricaduta radiale di brandelli di materiale incandescente (Figura 5).

 

Figura 5. La fase conclusiva dell’episodio parossistico del 1 Dicembre 2023, con la produzione di spettacolari esplosioni di bolle in prossimità dell’orlo craterico. Foto scattata da Giorgio Costa.

 

Nel giro di poche decine di minuti, anche il quarto episodio parossistico del 2023 è andato in archivio. Sicuramente si distingue dai predecessori a causa del bizzarro preludio che lo ha preceduto, mentre la fenomenologia osservata durante la sua fase culminante rientra perfettamente in linea con gli eventi eruttivi dello stesso tipo osservati negli ultimi anni.

Ancora una volta, la morfologia del Cratere di Sud-Est è stata modificata a seguito dell’evento eruttivo, con un innalzamento della sua altezza soprattutto nella porzione orientale e meridionale del cono.

Tra l’altro, è interessante notare che a differenza dei tre episodi parossistici precedenti del 2023, avvenuti rispettivamente a distanza di circa tre mesi tra loro, l’evento del 1 Dicembre segna invece un’interruzione di questa tendenza, verificandosi dopo soli 19 giorni dalla precedente manifestazione parossistica.