L’eruzione del 1944 e le pseudocolate del Vesuvio
A cura di Federico Di Traglia, Gianmarco Buono, Alessia Falasconi, Jacopo Natale, Rosella Nave e Lucia Pappalardo
L’ultima eruzione del Vesuvio ebbe inizio alle 16:30 del 18 marzo 1944 e si protrasse fino al 7 aprile dello stesso anno, inaugurando l’attuale periodo di quiescenza del vulcano (Figura 1). L’evento si articolò in diverse fasi, caratterizzate da un’evoluzione dello stile eruttivo, da effusivo a esplosivo con variazioni di intensità. L’eruzione fu preceduta da una serie di potenti esplosioni che distrussero il cono intra-craterico formatosi sopra la piattaforma lavica che aveva colmato, a partire dal 1913, il cratere dell’eruzione del 1906. Successivamente, la fuoriuscita di lava interessò diversi versanti del cono, con il flusso principale che si propagò lungo il versante nord del cono per poi dirigersi a ovest nella Valle del Gigante, raggiungendo il centro abitato di San Sebastiano al Vesuvio, dove si arrestò il 22 marzo (Fase effusiva). Nel pomeriggio del 21 marzo, l’attività effusiva fu accompagnata dall’emissione di fontane di lava che si susseguirono nella notte tra il 21 e il 22 marzo, totalizzando otto episodi distinti (Fase delle fontane di lava). L’ultimo di essi durò circa cinque ore. Il Direttore dell’Osservatorio dell’epoca, Giuseppe Imbò, descrisse la concomitanza di attività effusiva ed esplosiva, evidenziando una riduzione della portata lavica rispetto alla fase precedente (Imbò; 1949). Le fontane di lava generarono una copiosa emissione di frammenti lavici e scorie di varie dimensioni, che si accumularono principalmente sul bordo orientale del cratere, a causa della posizione eccentrica della bocca eruttiva nel settore sud-occidentale. L’altezza dei getti di lava superò i 2 km, mentre la nube di cenere e lapilli raggiunse oltre 4 km, disperdendosi verso est e sud-est (Imbò, 1949). Alla fine di questa fase, il cono vulcanico subì importanti modifiche morfologiche, con la formazione di nicchie di distacco sul bordo craterico, in particolare un ampio settore crollato sul fianco settentrionale. Intorno alle ore 12:00 del 22 marzo, l’eruzione raggiunse la massima intensità, dando inizio alla Fase delle esplosioni miste, classificata come sub-Pliniana da Cole e Scarpati (2010). Si sviluppò una colonna eruttiva che depositò lapilli e cenere su diversi centri abitati, tra cui Somma Vesuviana, Ottaviano, Terzigno, Torre del Greco, Pompei, Angri e Salerno. La dispersione della cenere si estese fino a 210 km e 470 km dal Vesuvio, raggiungendo rispettivamente Bari e Berat (Albania) (Lazzari, 1947).
Figura 1. Nube eruttiva del Vesuvio durante la Fase delle esplosioni miste dell’eruzione del 1944 (da Imbò, 1949)
Figura 2. Sismogrammi registrati durante le prime 4 fasi dell’eruzione (a) e il dettaglio dei singoli eventi durante la fase sismo-esplosiva (b)(modificata da Pappalardo et al. 2014)
Figura 3. Scorrimento di correnti piroclastiche per collasso parziale di colonna (“nubi ardenti in miniatura”) sui fianchi del Vesuvio dove è possibile notare l’accumulo di depositi di “pseudocolate” (grigio chiaro) e di colate laviche (grigio scuro o nero) (da Imbò, 1949)
I deposit-derived PDCs, si formarono prevalentemente sul versante occidentale durante la fase delle fontane di lava e si spostarono fino alla base del cono. Fenomeni simili furono documentati anche durante l’eruzione del 1822 da Monticelli e Covelli (1823), i quali descrissero i depositi e i danni causati da queste colate di materiale incoerente e incandescente, distinguendole dalle tradizionali colate laviche.
In occasione del settimo anniversario dell’eruzione del Fuego del 2018, considerata uno degli eventi più letali legati ai "deposit-derived PDCs" (Lerner et al. 2022), il 3 e 4 giugno 2025 si terrà a Napoli il workshop "Correnti piroclastiche dal collasso di depositi vulcanoclastici: genesi, trasporto, pericolosità e rischio". L’evento sarà organizzato dall’INGV-Osservatorio Vesuviano in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma Tre e l’Università degli Studi di Firenze, e con il patrocinio dell’Associazione Italiana di Vulcanologia. Il primo giorno sarà dedicato a presentazioni e discussioni sulle dinamiche di formazione, trasporto e deposizione di questi fenomeni, nonché alla loro pericolosità e gestione del rischio. Il 4 giugno si svolgerà un'escursione sul Vesuvio per osservare i prodotti dell’eruzione del 1944, con particolare attenzione ai processi di franamento dei depositi prossimali e alla generazione di correnti piroclastiche. Il workshop avrà una capienza massima di 30 partecipanti in presenza, ma sarà possibile seguire le presentazioni e il dibattito anche da remoto.
L’iscrizione al workshop è gratuita e sarà possibile e partire dal 25 marzo 2025, includendo i coffee break e il trasporto durante il field-trip. La scadenza per l’iscrizione è fissata al 30 aprile 2025. Per partecipare, dopo la selezione, sarà richiesta la regolare iscrizione all’AIV.
Il workshop è finanziato dal PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA (PNRR) Missione 4 “Istruzione e Ricerca” - Componente C2 Investimento 1.1, “Fondo per il Programma Nazionale di Ricerca e Progetti di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN)” “Causes and consequences of deposit-derived pyroclastic density currents” (P20222BP7J).
Bibliografia
Cole P. D. & Scarpati C., (2010).The 1944 eruption of Vesuvius, Italy: combining contemporary accounts and field studies for a new volcanological reconstruction.Geological Magazine, 147 (3), 391–415. doi:10.1017/S0016756809990495.
Imbò G., (1949). L’attività eruttiva vesuviana e relative osservazioni nel corso dell’intervallo eruttivo 1906-1944 ed in particolare del parossismo del marzo 1944. Annali dell’Osservatorio Vesuviano, V Serie, Vol. unico, 1949. Pubblicato il 30 giugno 1951.
Lerner, G. A., Jenkins, S. F., Charbonnier, S. J., Komorowski, J. C., & Baxter, P. J. (2022).The hazards of unconfined pyroclastic density currents: A new synthesis and classification according to their deposits, dynamics, and thermal and impact characteristics. Journal of Volcanology and Geothermal Research, 421, 107429.
Pappalardo, L., D'Auria, L., Cavallo, A., & Fiore, S. (2014). Petrological and seismic precursors of the paroxysmal phase of the last Vesuvius eruption on March 1944.Scientific Reports, 4(1), 6297.
Vedi anche: https://www.aivulc.it/dettnews-valanghe_ardenti_pseudocolate_depositderived_pdcs_cosa_succede_se_frana_materiale_vulcanico_incandescente/4_623/it/