L’Etna è già tornata dalle ferie! L’episodio parossistico del 13-14 Agosto 2023
A cura di Giorgio Costa, Rosario Calcagno, Fabrizio Zuccarello, Marco Viccaro.
Dopo una tregua durata quasi tre mesi, le ferie estive per l’Etna sono giunte al termine ed il vulcano siciliano è tornato in scena con la seconda attività parossistica dell’anno, che ha visto ancora una volta come protagonista il Cratere di Sud-Est.
In seguito all’eruzione parossistica, definita “fantasma”, del 21 Maggio 2023 (https://www.aivulc.it/it/archivio-notizie/collana-editoriale-aiv/211-etna-21-maggio-2023-l-eruzione-fantasma.html), il vulcano è rimasto in uno stato di relativa quiete per tutto il mese di Giugno, emettendo costantemente il tipico pennacchio di gas che caratterizza quotidianamente i crateri sommitali. In particolare, il degassamento più cospicuo è stato a carico del Cratere di Sud-Est e dalla Bocca Nuova.
Durante la seconda settimana di luglio, sembrava quasi che il Cratere di Sud-Est volesse tornare a far parlare di sé, producendo delle modeste emissioni di cenere e dei bagliori pulsanti occasionalmente visibili durante le ore notturne che, tuttavia, dopo alcuni giorni sono del tutto cessati, per poi cedere il posto a spettacolari anelli di gas prodotti dalla Bocca Nuova, che hanno sicuramente attirato l’attenzione di migliaia di turisti e appassionati (Foto 1 e 2).
Foto 1 - Il nuovo cratere a pozzo (pit crater) formatosi in prossimità della porzione meridionale dell’orlo craterico della Bocca Nuova, sede della produzione dei numerosi anelli di gas osservati nel corso dell’ultimo mese. Foto dell’8 Agosto 2023 scattata da Fabrizio Zuccarello.
Foto 2 – Anello di gas emesso dal pit crater nella Bocca Nuova l’11 Agosto 2023. Foto scattata da Fabrizio Zuccarello.
Tale situazione è perdurata senza sostanziali variazioni fino al tardo pomeriggio del 13 Agosto, quando un improvviso aumento del tremore vulcanico ha preannunciato l’inizio di un nuovo episodio eruttivo dal Cratere di Sud-Est. L’attività vulcanica è iniziata con una continua e vivace attività Stromboliana che è andata gradualmente aumentando nel corso delle ore successive, seguendo inizialmente un copione già visto e rivisto decine di volte durante la sequenza parossistica del 2020-22.
Poco dopo le 22:40 (ora locale), una colata lavica ha iniziato a riversarsi attraverso la profonda incisione situata sul versante sud-occidentale del cono, iniziando ad espandersi nelle ore successive alla sua base, prima di dirigersi verso Monte Frumento Supino e sovrapporsi ai flussi lavici precedenti.
Nel frattempo, l’attività eruttiva è proseguita seppur con importanti fluttuazioni, alternando fasi più energetiche a momenti quasi di stasi. Dopo la mezzanotte del 14 Agosto, l’attività Stromboliana è mutata a fontanamento, con getti alti 250-300 m oltre l’orlo craterico (Foto 3). Contestualmente si è prodotta una modesta colonna eruttiva innalzatasi per pochi chilometri sulla cima del vulcano prima di essere sospinta dai venti verso i quadranti meridionali (Foto 4).
Foto 3 – Fase iniziale dell’episodio parossistico del 13-14 Agosto al Cratere di Sud-Est, ripresa dal versante orientale del vulcano. Foto scattata da Fabrizio Zuccarello.
Foto 4 – Fase culminante dell’attività parossistica con colonna eruttiva prodotta dal fontanamento, diretta verso i quadranti meridionali del vulcano. Foto scattata dalla località di Serracozzo, sul versante nord-orientale, da Fabrizio Zuccarello.
Inizialmente l’attività eruttiva è proseguita a carico di un’unica bocca situata nella porzione centrale dell’apparato craterico, ma a partire dalle 02:00 circa, una serie di altre bocche eruttive si sono aperte lungo un asse orientato circa WSW-ENE, producendo fontane di lava di intensità fortemente variabile (Foto 5). La fase parossistica dell’episodio eruttivo è iniziata intorno alle 03:00, subito dopo una brusca diminuzione dell’attività e in concomitanza con l’apertura di un’altra bocca nella porzione occidentale del Cratere di Sud-Est. Le fontane di lava in questa fase hanno raggiunto la loro massima altezza, con getti di 400-450 m oltre l’orlo craterico, mentre la colonna eruttiva ha superato i 5 km di altezza, provocando la ricaduta di materiale piroclastico (ceneri e lapilli di circa 1 cm) sui paesi pedemontani del versante meridionale dell’Etna e causando anche la chiusura dell’Aeroporto Internazionale Vincenzo Bellini (Foto 6-9).
Foto 5 – Durante la fase finale dell’episodio parossistico si è formato un “ventaglio” di 5-6 fontane di lava prodotte dalle bocche allineate lungo la direttrice WSW-ENE. La foto è stata scattata da Giorgio Costa dall’abitato di Floresta, circa 25 km a nord dell’Etna.
L’apice dell’episodio parossistico è proseguito fino alle 04:00 circa (ora locale), quando le fontane di lava sono state sostituite da una energetica emissione di cenere prodotta dalla porzione orientale del Cratere di Sud-Est, che ha causato piccole correnti piroclastiche lungo lo stesso fianco del cono, percorrendo poche centinaia di metri prima di arrestarsi alla base del cratere (https://youtu.be/ZxfXgz2Xh6E?t=131). L’attività eruttiva è proseguita in modo particolarmente vivace per un’altra ora per poi diminuire in modo più deciso dopo le 05:00 e cedere il posto ad una emissione di cenere progressivamente più blanda, che è proseguita per altre due ore circa prima di esaurirsi del tutto.
Se confrontato con altri episodi della sequenza di fontane di lava avvenuta tra il 2020 ed il 2022, l’episodio parossistico del 13-14 Agosto non è stato particolarmente energetico, seppur la fenomenologia sia praticamente identica agli altri eventi eruttivi già osservati nel recente passato.
L’analisi dei prodotti emessi durante l’attività eruttiva sarà fondamentale per ricostruire i processi che hanno dato vita all’eruzione e, ancor più, per stabilire se il magma che ha alimentato questo evento parossistico sia frutto di recenti episodi di ricarica del sistema di alimentazione del vulcano o se invece il magma abbia subìto processi di stazionamento più prolungati.
Foto 6-9 – Le tracce lasciate dall’episodio parossistico del 13-14 agosto nei pressi del Rifugio Sapienza, sul versante meridionale dell’Etna, con il deposito di materiale piroclastico poco grossolano ricaduto durante la fase di fontanamento. Foto scattate da Rosario Calcagno nella mattinata del 14 Agosto.